Negli ultimi anni la geopolitica è spesso divenuta materia adatta a quotidiani e trasmissioni di prima serata: la riflessione legata a quella che Ernesto Massi definiva "la fase dinamica della geografia politica" ha spesso lasciato il campo a una geopolitica senza territorio, fatta da giornalisti più che da scienziati, che spesso interpretano in maniera superficiale questioni complesse, aderiscono acriticamente a tesi di comodo, riducono la complessità delle dinamiche umane al solo dato econometrico, o ancora individuano nessi casuali tra eventi distanti sgranando, secondo una logica deterministica, lo svolgersi complesso dei nodi di una collana che non ha altro filo che quello della volontà umana che si intreccia ai capricci della geografia. Nell'epoca contemporanea, caratterizzata dalla diffusione dei media sociali, le interpretazioni delle dinamiche globali escono infatti dalle accademie e trovano spazio nell'agorà digitale. Si tratta di un fenomeno inarrestabile, foriero di problematiche e opportunità che i prossimi anni si incaricheranno di comprendere e risolvere.
Narrano i canzonieri che quando finisce la storia ma rimane la poesia, c'è qualcosa di meraviglioso che perdura sempre più, nel segno di una luce fatta di sentimenti appassionati, sogni e di miraggi che si vogliono toccare. La nostra, però, è una storia composta da diverse microstorie che, nel suo insieme, vuole essere scritta e raccontata perché potrebbe essere reale nel suo manifestarsi, anche se paradossalmente immaginaria nelle sue vicende e in taluni personaggi che ne sono figure e "anime già morte", ma che sopravvivono in quel gioco (ancora una volta ripetuto) degli equivoci di goldoniana, valida memoria. Nascono, cosi, tanti fatti quasi veri che ci riportano, nel significato delle cose, a quelle tipiche "baruffe" che non sono altro che "chiozzotte" e che sanno proprio di commedia e di teatro, più che di storia e di poesia. I protagonisti che ne sono forti litiganti, confrontano, così tra loro, parole e gesti che sono armi più che forti di fronte a quelle lame ed ai coltelli che sono del tutto assenti in queste nostre scene fortemente combattenti.
Nel settore della musica e dei balli popolari, l'Italia è sempre stata attratta dalle mode provenienti dall'America. Da ragazzo, quando ancora nella mia famiglia la televisione si vedeva solo il pomeriggio e la sera, nel tempo libero, ascoltavo spesso le trasmissioni radiofoniche attraverso un apparecchio di marca Unda del 1948, e restavo attratto dallo stile musicale di alcuni cantanti italiani come Natalino Otto, Alberto Rabagliati e altri, accompagnati da alcune orchestre che proponevano una musica ben diversa da quella melodica italiana. Era un genere caratterizzato dallo Swing, nato nell'ambito di quella corrente musicale chiamata Jazz, che vide la sua gestazione negli Stati Uniti durante i primi anni Venti del XX secolo.
Rileggiamo insieme un frammento di traduzione dall'"Agamennone" di Eschilo, che Pasolini appronta su richiesta di Vittorio Gassman, per la messa in scena della trilogia dell'"Orestea" al teatro greco di Siracusa nel 1960, e che subirà anche una riduzione in radiodramma. È il ritorno alla classicità, al teatro greco: rispettivamente nel 1967 e nel 1969, vedevano la luce su «Nuovi argomenti» due tragedie originali di argomento classico Pilade, sui temi dell'Orestea, e Affabulazione, sul recupero delle vicende edipiche.
Questo libro non è un libro di psicologia ma solo una raccolta di una serie di riflessioni sul binomio arte-archetipo analizzando una serie di costanti narrative più che scientifiche evidenti nella cultura tra XIX e XX secolo. Non è certo una lettura scientifica dell'archetipo junghiano ma piuttosto vuole evidenziare un insieme di fatti, idee, contributi che hanno condotto negl'anni alla sua elaborazione. Arte e archetipi. L'analisi viene condotta sull'elemento quantitativo cioè su quanto l'archetipo vada ad incidere Nell'elaborazione psico-sensoriale di un'immagine primigenia che sconfinerà dalla sua essenza contaminando flussi, tendenze, mode.
Il Periodico di Matematica, che rinasce dopo 100 anni, si propone, oggi, come allora, di orientare i propri obiettivi di ricerca alla didattica dell'astronomia, della fisica, della matematica, aggiungendo a queste discipline il moderno campo dell'informatica. La metodologia proposta sarà quella storico-fondazionale-divulgativa, con forte interesse nelle direzioni di studi elementari da un punto di vista superiore.
L'importanza di proporre una formazione supportata e accompagnata da attività di ricerca è per la Fondazione ITS una tradizione ormai consolidata. Gli Organi della Fondazione hanno deciso di dare avvio alla presente collana editoriale con l'intento di assicurare percorsi formativi sempre innovativi e rispondenti alle esigenze di un mercato in continuo cambiamento, nella piena convinzione che, in un settore così dinamico com'è il turismo, uno spazio di approfondimento per studi e ricerche potesse supportare al meglio le decisioni inerenti il piano didattico e l'istituzione di nuovi corsi. Collana che, nel decennale della Fondazione, giunge, con questa pubblicazione, "Prospettive, scenari e fabbisogni formativi per un Turismo sostenibile nel Lazio", ad ospitare il suo quarto volume. Premessa di Franco Salvatori.
Questo libro ha due obiettivi correlati: individuare, dagli anni Settanta fino ai giorni nostri, alcuni aspetti della serialità narrativa all'interno dei videogiochi destinati alle piattaforme casalinghe, e parallelamente individuare quei videogiochi in cui la narrazione tocca tematiche delicate chiamando moralmente in causa l'utente.
Il volume collettaneo "Abitare. Terre Identità Relazioni" nasce dall'intento condiviso di intrecciare responsabilmente prospettive e sensibilità tra loro differenti, sviluppando con sguardo interdisciplinare, aperto alla dimensione interculturale, il tema dell'abitare attraverso quattro grandi filoni: quello dello spazio, che è spazio abitato e dunque coabitato, quello delle cittadinanze, reali e ideali, quello delle identità forgiate dalla coabitazione, quello del territorio in cui inesorabilmente lo spazio è trasformato dalle interazioni umane. Si fondono così, mettendosi in gioco in un progetto comune senza rinunciare tuttavia a conservare il proprio carattere peculiare, gli sguardi della filosofia, della pedagogia, della letteratura, della storia, della geografia, dell'architettura, del teatro, del cinema, contemporanei e non, nel tentativo di forgiare materiale per l'immaginazione di un futuro percorribile sul tema dell'abitare e sui problemi ad esso connessi, per gli studiosi di oggi e di domani.
Ho scritto questi appunti di Analisi Matematica 1 con l'esplicito obiettivo di insegnare l'analisi matematica (vs. solo calcolo) agli studenti del primo anno di ingegneria.
Ho scritto questi appunti di Analisi matematica 1 con l'esplicito obiettivo di insegnare l'analisi matematica (vs. solo calcolo) agli studenti del primo anno (di ingegneria, ma non è detto necessariamente che sia così). Purtroppo il livello degli studenti che arrivano all'Università dalle nostre scuole secondarie è molto basso (e non per colpa dei ragazzi, ovviamente), sia in termini di familiarità con i concetti di base della matematica liceale (in particolare disequazioni, logaritmi e trigonometria) che per quanto riguarda la capacità di astrazione.
«Eccovi la mia Anatomia Chirurgica, la quale vi esorto che non meno andiate ponderando con l'acume dell'intelletto, che riconoscendola con esercitar il ferro, essendo materia nella quale Voi, che sete dediti alla Chirurgia, non dovete contentarvi di riconoscerne la superficie, ma il midollo, poiché se bene può dirsi bastante a qualsivoglia chirurgo l'aver cognizione dell'Anatomia senza professarla, questa cognizione non è sufficiente in quelli chirurghi che, senza saper dissecare, vogliono ostentarsi anatomici». (Monia Carnevali)
A oltre vent'anni dall'ultima edizione di Primitivi Urbani molte cose nell'arte e nella cultura sono cambiate, ma non per tutti sono così evidenti preferendo affondare la testa in un consenso prono che tracima in obbedienza e omologazione.
Se c'è stato un incantesimo che ha sedotto milioni di combattenti di tutte le nazioni, alleati e nemici, durante la Seconda Guerra Mondiale, questo è espresso da una semplice canzone che racconta l'afflizione di un soldato che ricorda con malinconia il suo amore lontano, Lili Marleen. Ogni combattente al fronte si raffigurava in quel soldatino e vedeva in Lili Marleen la sua amata lontana. Tutte le sere, prima della buona notte, la radio tedesca trasmetteva questa canzone e per pochi minuti succedeva il miracolo: le armi tacevano per lasciare diffondere nell'etere l'inno ufficiale dei soldati di tutto il mondo. La storia di questa canzone è misteriosa e affascinante e si sviluppa sullo sfondo delle inquietudini culturali della Germania del dopo Weimar fino all'avvento del nazismo e al dramma del secondo conflitto mondiale.
Dal nostro punto di vista e dalla nostra ragione poetica crediamo che l'unica equazione che possa descrivere l'universo non è rappresentata da leggi fisiche o matematiche, è semplicemente espressione di quell'amore e di quella bellezza che vi abbiamo raccontato e di quello sguardo libero e contemplativo con il quale ci siamo allenati a cogliere l'eccedenza della vita. Credere in questa Visione ci ha comunicato un senso di speranza e possibilità, ci ha aiutato a prendere in mano la nostra storia, a sapere per cosa vivere, a nutrire la stessa passione che abbiamo per le cose del mondo anche per le cose dello spirito, ad essere coraggiosi e a portare a termine il compito. E sarà una pagina nuova... aperta sul Regno.
Questo lavoro di Silvia Manciati - nato da una tesi dottorale svolta in co-tutela franco-italiana - sta interamente dentro la complessa vicenda critica che ha riscritto in questi anni l'opera di Goldoni, raccoglie il testimone e suggerisce ulteriori prospettive d'indagine. Goldoni è un classico dimidiato, vittima di quell'ambigua fortuna di teatrante inoffensivo già toccata in passato a Molière, e che oggi ancora penalizza Dario Fo o Eduardo. In varie piazze della penisola sorride in tricorno e panciotto - come altri padri della patria frettolosamente consacrati tali dopo l'Unità per comporre un pantheon mancante, ma ha faticato a lungo, e da subito, ad essere preso sul serio; la sua popolarità scenica (è uno degli autori italiani più tradotti, letti e recitati in tutto il mondo) non è bastata a meritargli l'accoglienza dovuta entro il canone letterario nazionale, dove è entrato tardi e nei panni non suoi di scrittore veneziano e comico, e dunque 'minore'.
Partendo da un'analisi del fenomeno della controcultura russa tra gli anni Sessanta ed Ottanta, il presente studio - sulla base di quattro testi di quattro diversi autori, V. Sosnora, B. Kudrjakov, V. Gubin e S. Sokolov - si focalizza su una forma particolare di dissenso, quella in cui a dominare è la fedeltà ostinata ed indefessa alla Parola poetica, unico appiglio, fonte di senso in un mondo traballante e spesso ostile. La resistenza al regime e alla sua pervasività anche linguistica si realizza qui attraverso un allontanamento dell'autore stesso e dei contenuti delle sue opere dalla Storia, per costruire grazie alla Parola mondi nuovi in cui il focus sulla forma, e non sul contenuto, permette una rivolta insieme etica ed estetica.
I Racconti sentiti a casa dal padre, dalla madre dai nonni... I racconti ascoltati alla Cantina, intorno alla grande stufa di ghisa Dai contadini e dai pastori, rimangono nella mente e nel cuore... E riemergono discreti nell'autunno della vita... Come calore di fiamma lontana... Antonio Attili nato a Tagliacozzo 1-10-1948.Nel 1973 trasferito in Sardegna dove vive e lavora. Laureato a Roma in Filosofia nel1971 Ha insegnato Lettere e Filosofia negli Istituti tecnici e nei Licei Ha svolto una lunga e intensa attività politica Ha pubblicato: "Era appena ieri (54 Racconti)"; "E'molto bellissima la mia terra"; "Il tempo e lo sguardo (Poesie)" Lavora ad una terza serie di Racconti e ad un Romanzo (Il volo del falco) Contados è un insieme di Racconti ambientati in Sardegna. Un omaggio e un ringraziamento, dopo tanti anni, alla terra ospitale che lo accolse.
Il neogreco o lingua greca moderna (storicamente conosciuta come lingua romeika ) si riferisce alle diverse varietà linguistiche di greco parlato nei tempi moderni. L'origine del neogreco si fa convenzionalmente partire dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, anche se molte caratteristiche della lingua moderna erano già presenti in un ampio periodo che va dal III secolo a.C. al X d.C. soprattutto nella koiné ellenistica.
Nessuna società rimane immutata e uguale a se stessa nel corso della sua storia e ogni cultura va concepita in senso dinamico e trasformazionale come un insieme di conoscenze e comportamenti transitori, trasferibili e modificabili attraverso il contatto con culture diverse. Il processo di integrazione che ne è alla base si configura come un cammino lento, lungo e lastricato di pietre di varia misura, forma, provenienza, compattezza, durezza, peso, taglio e colore, che conduce verso società sempre più composite, in cui la diversità sembra destinata a rappresentare la dimensione abituale. Di fronte a questo scenario antropologico, le società contemporanee possono sperare di accrescere il loro grado di civiltà solo rivendicando il valore delle differenze e praticando una mirata e attenta politica del riconoscimento, che consenta di approdare a forme di convivenza più evolute e a modelli culturali arricchiti. Evoluzione e arricchimento implicano però la possibilità, anzi la necessità, di una modificazione reciproca di valori, consuetudini, regole e tradizioni, che inevitabilmente pone questioni di natura organizzativa, gestionale e programmatica.
Il testo di Andrea Lauria "Dallo studiolo rinascimentale al museo contemporaneo" e un manuale di museologia e museografia che ripercorre tutta la storia e l'evoluzione dello spazio espositivo. Il manuale inizia affrontando gli studioli rinascimentali italiani spiegandone l'evoluzione nelle gallerie moderne che evolveranno nel museo di concezione moderna. Successivamente il manuale vengono confrontati i musei europei con i musei statunitensi da cui nasceranno gli ipermusei del XX secolo. L'obiettivo che si prefigge l'autore non è solo studiare l'evoluzione del museo ma anche l'importanza che l'arte ha da sempre avuto nella politica e nell'affermazione socioculturale. Dallo Studiolo rinascimentale di Federico da Montefeltro al Louvre Abu Dhabi degli Emirati Arabi Uniti l'arte e il suo collezionismo hanno sempre avuto anche un forte valore simbolico per l'affermazione del proprio ruolo politico, economico e socioculturale nella geopolitica internazionale.
Nel 2018 l'IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions) ha promosso la campagna globale a supporto degli SDGs (Sustainable Development Goals) dell'Agenda 2030 nelle biblioteche. I cittadini non sono più semplici utenti dei servizi istituzionali, ma possono trovare un ambiente costruttivo e formativo per un rinnovato processo di cambiamento, basato sull'art. 19 della Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite: "Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione, e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e frontiera". Nel 2014 con la "Dichiarazione di Lione" il mondo delle biblioteche ha ribadito e sancito come l'accesso all'informazione sia la base per lo sviluppo sostenibile della società. In questa visione è centrale una nuova idea di progresso centrata su prosperità economica e benessere condiviso. Le biblioteche possono contribuire ad accrescere la trasparenza amministrativa e la partecipazione civica formando i cittadini nel reperire e valutare l'informazione attendibile e liberamente accessibile.
Questo libro affronta il tema della democrazia, che rimane centrale all'interno del pensiero filosofico-politico contemporaneo da una prospettiva deliberativa che pone l'accento su alcuni aspetti chiave (sfera pubblica, opinione pubblica, libertà di espressione e di parola). In questo testo vengono quindi analizzati il ruolo, il senso e il significato della libertà di stampa, di espressione e di pensiero nelle democrazie contemporanee, tracciandone al contempo le origini, contestualizzandole in una prospettiva costituzionale. Al contempo, questo lavoro ha l'obiettivo di esaminare l'impatto di immagini particolarmente violente e impressionanti sull'opinione pubblica e su quella che Gustave Le Bon identificò come "folla", senza però trascurare di definire approfonditamente i tratti fondamentali dell'opinione pubblica in quanto tale, tanto da una prospettiva più propriamente sociologica e filosofica quanto da una più storico-politica. Il saggio non ha la pretesa di fornire un'analisi complessiva della democrazia deliberativa, ma più modestamente vuole contribuire alla riflessione su questo tema a partire dal rapporto tra democrazia e diritti individuali fondamentali.
Brian Acton e Jan Koum ebbero un'idea geniale quando inventarono WhatsApp e francamente se li meritano tutti i 19,3 miliardi di dollari che hanno intascato nel 2014 da Facebook per aver venduto a loro quella che tecnicamente è una applicazione informatica di messaggistica istantanea. I due ex impiegati di Yahoo! avevano lasciato il loro lavoro nel 2007 e se ne erano andati a fare una pausa di riflessione in Sud America.
Ero sola nella stanza. Prigioniera. Li vidi entrare aprendo la porta che richiusero alle loro spalle. Dovevamo rimanere soli in tre. Mi fecero sedere sulla sedia dietro il tavolino che mi separava da loro, lei incitò lui a bassa voce, quasi per non farmi udire, per scaricare la responsabilità dell'azione sull'uomo che aveva a fianco, dandogli piccole gomitate alla sua spalla, una sorta di segnale, una specie di patto che avevano stabilito, invitandolo ad agire: «Dai!» Era evidente che si erano accordati prima tra loro, sul da farsi. Questi allora estrasse un coltello che puntò contro di me. Quella scena che si svolgeva davanti ai miei occhi, non la ritenni reale, pensavo che stessi vivendo un incubo e speravo di svegliarmi di soprassalto all'improvviso in preda al panico. Ma non mi svegliai. Quell'incubo era la realtà.