"Il sesso orale è quello che si fa con le parole?"; "Come faccio a capire se sono innamorato?"; "La prima volta fa sempre male?"; "Quanto deve essere lungo un pene?"; "Mi piace la mia compagna di banco, non sarò mica lesbica?" sono alcune delle domande che i ragazzi e le ragazze fanno durante le scarse ore di educazione alla sessualità messe loro a disposizione dai servizi sociosanitari e scolastici italiani. Basato su una ricerca-azione focalizzata sullo sviluppo di un percorso educativo chiamato "W l'amore", il testo analizza la promozione del benessere sessuale e relazionale destinata ai più giovani nel contesto italiano contemporaneo - collocato in uno scenario internazionale più ampio - esaminandone le politiche e le pratiche educative pubbliche. Offre spunti analitico-operativi per problematizzare.l'educazione alla sessualità, e per sviluppare - anche in Italia - una promozione della salute affettiva e sessuale integrata e capillare.
Il libro "Maccaroni e tajulini. A tavola nella civiltà contadina" è uno studio sull'autoproduzione e l'autoconsumo dei prodotti nelle campagne umbre a partire dagli anni trenta agli anni ottanta del Novecento. Fillanti ha condotto la sua ricerca con l'ausilio di materiali bibliografici ed iconografici significativi, ma soprattutto con il ricorso alla fonte orale, attraverso la voce degli ultimi autentici testimoni di una civiltà, quella contadina, destinata ormai a sopravvivere solo nei ricordi. Il volume indaga inoltre, l'aspetto sociale e antropologico del settore, registrando trasformazioni e cambiamenti avvenuti negli ultimi anni fino all'attualità.
La cultura della tradizione orale veneta - ricca di proverbi, fiabe, modi di dire - è stata il campo di indagine privilegiato da Dino Coltro per molti anni. Questo volume intende offrire uno strumento per comprendere la sapienza e la ricchezza racchiuse in questa tradizione; una opportunità per impossessarsi di un passato non più comunicabile attraverso quella oralità tradizionale che legava tra loro le generazioni.
Il volume, estratto da Archeologia Postmedievale 9, contiene una serie di interventi sul ruolo giocato dalle fonti orali nella interpretazione delle evidenze archeologiche postmedievali. Si tratta di un contributo non solo di conoscenze, ma anche di "chiarezza" nella lettura del territorio, in quanto permettono di collocare in un preciso contesto cronologico strutture che rappresentano un settore significativo della storia del lavoro e delle società pregresse, investendo in qualche caso (come per gli insediamenti abbandonati) anche intere comunità.
Due donne, zia e nipote, due generazioni a confronto sui temi della memoria e della vita contadina. Le storie descritte sono quelle di un piccolo paese in una valle secondaria del Mugello e dei suoi abitanti. Lo scambio dei ricordi ha inizio dal piccolo ci
Alessandro Portelli è considerato uno dei padri fondatori della storia orale non solo italiana ma internazionale. Deve tale fama al paziente accumulo di riflessioni, frutto di decenni di viaggi e interviste a cavallo dei continenti ai protagonisti della storia non ufficiale, quella fatta attraverso le voci dei testimoni diretti di eventi che hanno segnato epoche e svolte culturali. Solo oggi, però, i saggi di Portelli, apparsi sul mercato editoriale americano sancendo la sua autorevolezza scientifica, vengono raccolti in una sorta di canone. Nell'ultimo quarto di secolo essi hanno contribuito a trasformare il metodo e le finalità stesse della storia orale, diventando riferimenti obbligati, ora per la prima volta tradotti in italiano. La storia orale ricostruisce gli eventi del passato, lontano e più recente, soprattutto del mondo popolare e non egemone; ma principalmente ne esplora il significato, attraverso l'analisi del racconto, l'immaginazione, il desiderio, il sogno, la soggettività e attraverso il dialogo fra culture e persone, intervistati e intervistatori, ricercatori e narratori. La storia orale si intreccia con la letteratura, la linguistica, l'antropologia, le religioni, la musica, la cultura di massa e la politica. Ecco perché i saggi di Portelli percorrono un tempo che va dalle stragi naziste all'impatto della globalizzazione sul mondo operaio e ai fatti del G8 di Genova, e uno spazio che va dalle acciaierie di Terni al Kentucky, da Roma all'India, passando per il Brasile o il Vietnam.