Il volume si apre con un saggio introduttivo teso a presentare al lettore, situandoli nel loro naturale contesto, cinque testi teatrali che Montinaro ha ritrovato. Attraverso l'analisi di questi testi e delle opere di illustri medici, filosofi, naturalisti e viaggiatori, l'autore giunge ad una visione antropologica del fenomeno nuova e affascinante. In un continuo rovesciamento di prospettive, quasi fossimo in una sala degli specchi, passando dalla realtà alla rappresentazione, dalla finzione alla simulazione, si giunge a mettere in crisi il già saputo su un fenomeno tanto affascinante quanto misterioso e inquietante. Autori dei testi teatrali sono i grandi scrittori del passato Pedro Calderón de la Barca, Luis Vélez de Guevara, Francesco Albergati Capacelli, M. Clément... ed Eugène Scribe. Così, mentre gli uomini di scienza si interrogavano sull'essenza del tarantismo e sulle cure per guarire da questa malattia, nei più importanti teatri d'Europa ci si dilettava e si rideva seguendo le vicende dei tarantati, veri o falsi che fossero, messi in scena in spettacoli di prosa e in acclamati balletti con star internazionali.
Queste interviste, raccolte lungo l'arco di un quindicennio, rispondono a una duplice esigenza. Da un lato, l'amore del documento e il rigore metodologico guidano l'autore nel tentativo di tracciare con sistematicità una storia degli studi lunga diversi secoli, col supporto di un paziente lavoro di ricerca e compilazione bibliografica. Gli interlocutori sono chiamati a verificare e approfondire, gli aspetti sfuggenti o poco indagati di un fenomeno che è stato definito, con felice espressione, un "rompicapo ermeneutico". Oltre che strumento d'indagine conoscitiva, l'intervista è però, per Torsello, occasione di stabilire quella che de Martino chiamava una relazione "di confronto": colpisce lo sforzo di condividere interpretazioni e identità culturali, in una prospettiva dialogica e corale in grado di gettare un ponte fra generazioni e scuole, favorire un fertile confronto fra l'accademia e la cultura locale. Ne emerge, per usare un'immagine cara all'autore, "una tela infinita che continuamente si disfa e si ricompone, nella quale convivono osservatori e osservati, sguardi e punti di vista differenti", così da tessere insieme i mille fili che legano l'immaginario di un territorio.
Melpignano, Sud profondo, Salento. Ogni anno, in agosto, va in scena la Notte della Taranta, celebrazione della vita e dell'intensità di un passato che non è relegato nei ricordi, ma è il battito della quotidianità. Un battito scandito dai tamburelli che a
L'autore presenta lo svolgersi del suo lavoro sul tarantismo, dalle prime inchieste, alla collaborazione con la regista Annabella Miscuglio per la realizzazione del film documentario Morso d'amore (1981), alle ultime interviste e verifiche degli anni Novan
Dallo spettacolo teatrale Danzare col ragno, interpretato da Brizio Montinaro con l'Ensemble Terra d'Otranto, il libro che propone un viaggio affascinante attraverso la letteratura e la musica che dal XV secolo ad oggi hanno segnato le tappe importanti di una delle tradizioni popolari più misteriose dell'area del Mediterraneo. Gli sguardi sul tarantismo di uomini di chiesa, medici, filosofi, viaggiatori, narratori, antropologi. Di volta in volta velenosi, sapienti, stupefatti, ironici, consapevoli. Le musiche antiche tutte certificate da testimoni come musiche veramente eseguite per il ballo delle tarantate: languide, malinconiche o variamente ritmate quelle del passato, scatenate fino al parossismo tragico quelle di oggi. L'iconografia della taranta dei secoli scorsi e le recenti foto "rubate" a Galatina da Brizio Montinaro durante il rito del tarantismo ormai in pieno disfacimento e declino. Le fonti con le partiture originali note, rare e inedite delle musiche italiane e spagnole usate per l'esorcismo della taranta. Il CD con la registrazione integrale dello spettacolo Danzare col ragno.
I remoti universi contadini sparsi nel Mezzogiorno d'Italia - "le Indie di quaggiù" di cui parlavano i missionari gesuiti del sedicesimo secolo rivivono nei documentari di giovani cineasti esordienti. L'insegnamento del grande etnologo Ernesto De Martino r
Salento, "terra del rimorso", "terra del cattivo passato che torna e opprime col suo rigurgito". Qui, nel 1959, un'equipe guidata da Ernesto De Martino conduce una ricerca etnografica per studiare il tarantismo, antico rito contadino caratterizzato dal sim