Lo Stato italiano spende sei-sette miliardi di euro all'anno per l'accoglienza dei migranti, un fiume di soldi. Dove vanno? A chi vanno? Chi guadagna dietro il grande business che si è venuto a creare con l'arrivo in Italia di centinaia di migliaia di immigrati? "Migranti spa" cerca di rispondere a queste domande proponendo storie, analisi e dati sui flussi di denaro che gravitano intorno al mondo dell'accoglienza. Ne viene fuori un affresco composito: da una parte migliaia di volontari che eroicamente si affannano per portare un aiuto ai tanti disperarti che arrivano sulle nostre coste, dall'altro centinaia di improvvisate coop sociali, associazioni e avventurose società che cercano di sfruttare il nuovo business. Per non parlare di dubbie ong. Lo Stato osserva ma non controlla, anche perché è una situazione che fa comodo a molti.
I dentisti gratis per buona parte della popolazione, i buoni vacanza, il riscaldamento pagato, la tata familiare, le sovvenzioni a pioggia per aziende e privati, le migliaia e migliaia di dipendenti assunti senza controlli. Ecco alcuni dei privilegi di cui
Numerose erano le "caste" finite sotto la lente di ingrandimento, ma mai nessuno aveva raccontato con una analisi approfondita e attenta quella delle regioni. Eppure tutti sappiamo che buona parte degli sprechi di cui tanto si discute si annidano proprio in questi piccoli venti stati che compongono il nostro Paese. Un "giro d'Italia" tra costi, sprechi e privilegi, auto blu, disservizi, società partecipate, enti inutili, viaggi merenda, sedi all'estero, maxi-stipendi e debiti record, pieno di risvolti sconosciuti e dati inediti. Divertenti da un lato e inquietanti da un altro. Al nord, al centro e al sud, nelle regioni "normali" e in quelle speciali. È lì che si annida la vera e voracissima "casta invisibile", che forse dopo questo libro sarà un po' meno sconosciuta.
Preti di strada, catechisti, missionari, poveri delle villas miseria raccontano il "loro" Bergoglio, il già cardinale di Buenos Aires oggi papa Francesco. L'autore incontra sul campo e interpella collaboratori, amici, le persone più umili che hanno condiviso un tratto di strada con l'allora arcivescovo argentino. Si scopre che i gesti, la povertà, le parole di accoglienza che rendono popolare Francesco erano già abituali nell'azione del vescovo argentino.